La freccia e il cerchio
anno 5, numero 5, 2014
pp. 248-249
Mary di Michele
Sognando altre assenze
Ladri di biciclette
Se potessi ritornare lì dove sono nata, Lanciano,
vagabondare tutto il giorno su e giù per il corso,
fermarmi alla cattedrale costruita sulle rovine
di una prigione Romana, e pregare
se solo potessi
farmi strada la notte allo scintillio
della mia debole candela, se solo potessi vedere
nell’oscurità vedrei mio padre,
se fosse ancora vivo
lì a Lanciano.
Stranamente sembra sia tornata solo ieri
da Lanciano scoraggiata perché se fossi stata pura
in spirito sarei tornata
in tempo
(attraversato gli anni insieme ai chilometri),
e così avrei visto mio padre prima
della guerra, visto il ragazzo che era mio padre
prima che suo padre tradisse il suo
figlio più piccolo scalzo
e venduto la sua bicicletta. Se lo chiami con il suo vero
nome, Vincenzo, non Vincent, si rammenterà
della sua vita in Italiano, delle sue speranze sempre accese nei
suoi occhi ancora chiari.
Se fossi più acuta, o più pura
potrei ancora vedere quel ragazzo nell’uomo anziano
con i calzettoni nella casa di riposo
a Toronto, mio padre che
non riconosce più
la sua vita o sua figlia in nessuna lingua.
Quando poi si alza dalla sedia a rotelle,
quando lascia questa terra per ritornare
sulla terra, anche lui ritornerà
a Lanciano,
alla cattedrale sul corso,
dove troverà la sua bicicletta tra
gli anni rubati della sua vita, la monterà
non verso il futuro, ma indietro
nel passato.
[…]