IL ROSSO E IL NERO
anno 1, numero 1, febbraio 1992

editoriale

   Il primo numero di una rivista letteraria dovrebbe presentarsi da sé. Nel caso de “il rosso e il nero”, le sue basi teoriche, le sue premesse, sono state ampiamente dibattute durante i Sette incontri attorno ad una idea di letteratura colta e popolare tenuti nella sede napoletana del centro studi Politeia fra il 16 ottobre e il 28 novembre ’91, incontri che hanno costituito il vero e proprio numero zero della rivista. Si è discusso lì di una letteratura ‘colta e popolare’ lontana in egual misura dall’intellettualismo e dal mestiere, dalla sperimentazione come alibi e dalla tradizione come rifugio.
   Questa linea – di ricerca più che di tendenza – costituisce la traccia iniziale di un progetto che prende corpo ora nella rivista, attraverso la sua formula e i contributi degli scrittori che vi collaborano. Vediamo la formula. Tre sezioni: una narrativa, una saggistica, una di poesia e critica; ciascuna strutturata secondo particolari criteri.
   La narrativa ospita solo racconti brevi, di cinque cartelle al massimo. Non bozzetti o prose poetiche ma storie compiute, fatte di personaggi, trame, atmosfere, ritmi, una scommessa stilistica che sfida la velocità di lettura sincopando il narrato, concentrandolo in profondità. Ogni autore sarà presente con due racconti.
   La saggistica è organizzata di volta in volta attorno ad uno spunto particolare, un tema portante, che é qui il rapporto tra angelo e demonio, le loro molteplici ingannevoli reincarnazioni. L’impianto della sezione è multimediale, criticamente aperto a tutti quei linguaggi – altibassi – che da sempre interagiscono sulla scrittura; i pezzi di questo primo numero sono in bilico tra parola e immagine, tra letteratura, cinema e fumetto.
   L’ultima sezione, poesia e critica, si articola in tre parti. Anzitutto una coerente silloge di versi, che si ponga come il frammento d’un riconoscibile percorso espressivo; quindi una nota di poetica dello stesso autore. Infine, il commento d’un critico che, inquadrando l’opera complessiva del poeta, analizza lo specifico contributo fornito alla rivista.
   Questa, conseguenziale alle premesse, é la formula, la griglia strutturale de “il rosso e il nero”. Quanto agli autori, si capirà leggendo i curriculum riuniti alla fine della rivista che appartengono ad un’area generazionale ben delimitata: hanno tutti – tranne mirate eccezioni – meno di quarant’anni. E’ una scelta precisa: quella di privilegiare come punto di riferimento, di indagine, di proposta, l’universo creativo e critico della scrittura contemporanea: senza mitizzazioni superflue ma anche con ragionevole entusiasmo.

Edoardo Sant’ Elia