IL ROSSO E IL NERO
anno 6, numero 12, aprile 1997
poesia e critica, pp. 66-71

Elio Grasso
“Delicato in precisione”
“Un grammo di respiro”

Delicato in precisione

a Mafra

I

Sei ancora li, ora sei distante
dal mare.
Partirai come si può
da una tempesta, in una frazione
di poesia che ci ottiene.
Mancano gli anni e mancano
per stringere il tempo con fogli
nostri.
Ora sei dove la città è strada,
l’attesa sua il tuo porgere
il piatto.

II

Volevi chiudere il sonno del vino.
Per uscirne, la corda è tesa.
Per aspettare, le tue venature
sono calma di luce.
Lasciami andare con lacrime,
ondeggiando in un giorno
che sarà abitudine
di strada.

III

Un contrario di pioggia per noi
avrà la sete
dei morti e del tempo
qui reciso,
voluto come resto d’infanzia.
Vorrei seguire le tue fermezze
epiche,
vorrei tentare un disegno.

IV

Sei il profilo che disegni
e la mente presa nel contrario,
un dolore più sensato.

Sei tua madre se nasci lì,
in fondo alla strada.
Una giustizia fissata al cuore.

Nel buio più avido lei morirà.
Se tu, bevendo la sua acqua…
se tu guardassi… non troveresti giudizi.

“Non dimenticare questo”

V

Un respiro indenne, nel respiro
che si voltava sulla strada…
Marzo rimane mese arginato
dall’alleanza della neve…
“Posso fidarmi di te?”
Due città sulla stessa linea
da sud a nord, entrando
nei versi insonni.

Uguale il vino, ma la vita è
nell’indovinare una fine.
“Posso fidarmi di te?”

VI

Semplice come una ferita.
La debolezza degli occhi
nella tua carne natale,
gli anni provvisori mi sono lanciati
nella prosa dell’epoca.

“L’evento più bello… con il capogiro
le tue forze che guidi bianchissima…”

Non meravigliarti, sarà docile
la ripresa del corpo uscito dall’inverno.
Il grido temibile della confusione…
Soltanto due a riconoscere la finestra
dell’ospizio.

VII

Hai ancora un viaggio
una dolcezza da riprendere,
anche se conti i colpi
se pesi la lontananza sbalordita
di una madre già avuta.
E possibile uscire in giardino…
Tu permetterai aperture,
la pettinerai in giugno e l’autunno
sarà un semplice finale.
“In quest’ora indiziata il quaderno
compie gli anni della terra
e del segno che ho dimenticato”.
A settembre la riconoscerai.

(13-20 marzo 1996)

Un grammo di respiro 

Hai un sangue, un respiro.
                              Pavese

I

Un giorno che sa, un silenzio
che affonda nella terra il sapore
residente del tuo assedio.
Il quartiere capirà,
l’andare e il tornare sono commenti
remoti.
Maestri all’alba di gesti urbani,
interessi dovuti agli occhi, alla storia.
“Dov’è la giustizia, dov’è il sostegno
che mi hai promesso?”
Ancora più calda questa presa di terra
da raggiungere risentendo il ronzio
della febbre,
la ferma intenzione del tuo scavo.

II

Il compleanno è questa forte facilità
di dividere il giorno in ore,
questo succo imbrigliato
nei campi necessari dell’occhio.
Non sarà uno scherzo spezzare
i tuoi versi, abbandonarli in mano ad altri.
L’aprile negli ultimi giorni di marzo
cade improvviso,
così riavremo un viaggetto in quel cortile,
in quel carcere.
Ogni seconda parola è un congedo,
un’attesa capitata alla terra.
Ogni respiro ignora il seguente.
Eppure ci ricordiamo.

III

Eccoti, concreta e incompleta
per la forza della poesia
che forse non desideri.
Ma ti cerca.
Se da distante guardi la parete
che questa notte indovinavi,
il rimprovero è certo.
Lasciati raggiungere in corsa
nell’attimo dove entrambi taciamo.


IV


Era un mattino preso dall’aria, sapeva
di respiro e battesimo sfuggiti
alle farmacie.
Poteva allagarsi… tu preda del fiume
che alza la parete dell’ospizio…
È mortale anche il centro
del mondo
seguendo le mani per toccarle,
inseguendo il mezzogiorno,
le parole sul vino
l’ardimento del mancarsi.
Nella stessa terra gettarsi come fratelli,
lasciare che la pettinatura
ci ricordi le ore in cui eravamo
creati.


V


Ti prendono le cose di qui,
le note dell’evento primo da capire
o ancora di più immerso
nella terra del fiume.
Eppure l’incandescenza del suo sguardo
ti arriva sulla bocca… sei geniale quando
le sorridi,
come un cammino meno docile.

E tu parli di un viaggio? Non c’è tempo
per la tua Pasqua… la comprensione
dei sentieri prepara un sonno…
capace nel fuoco, nel suo arresto secco.

(20-27 marzo 1996)